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Cap. 1 - ART NOUVEAU

Origine

Art Nouveau (arte nuova) è una corrente stilistica europea sviluppatasi alla fine del sec. XIX ed esauritasi con la 1a guerra mondiale. Interessò vastamente l'architettura e le arti decorative in tutta l'Europa e negli Stati Uniti. Lo stile nacque come reazione allo scadimento del gusto che i nuovi procedimenti industriali di produzione avevano provocato con la loro passiva imitazione di stili storici del passato. La ragione della larga e rapida diffusione dell'art nouveau va cercata nel clima di rinnovamento culturale che accompagnò l'estendersi dell'industrializzazione e il conseguente rafforzamento, economico e di potere, della borghesia. Riviste, mostre, conferenze e soprattutto le grandi esposizioni mondiali favorivano la circolazione delle innovazioni tecniche e delle singole esperienze artistiche, creando le premesse per la formazione di uno stile sostanzialmente unitario malgrado le diverse accentuazioni locali. A seconda delle caratteristiche più immediate con cui si manifestò, il movimento assunse differenti denominazioni nei diversi Paesi. Negli Stati Uniti conservò il nome di ART NOUVEAU, derivato dall'insegna della galleria di esposizioni aperta a Parigi da Bing (noto appassionato e divulgatore dell'arte e dell'artigianato giapponesi), che aveva avuto subito fortuna in Francia. In Inghilterra fu chiamato MODERN STYLE; in Austria SEZESSION STIL riferendosi al gruppo di avanguardia di artisti che nel 1897 fondarono la Wiener Sezession; in Scozia GLASGOW SCHOOL; in Belgio LIGNE BELGE o MOUVEMENT BELGE; in Germania JUGENDSTIL dalla rivista "Jugend" (giovinezza) fondata a Monaco nel 1896. Il Jugendstil rappresentò il punto più acuto della tendenza "fitomorfica" del modernismo europeo con la creazione di stilemi grafici. In Spagna: MODERNISMO; qui si affermò precocemente e con caratteri originali, sotto il nome di "Juventud", con centro vitale a Barcellona, sviluppandosi con grande intensità in Catalogna; gli inizi del movimento si possono collocare tra il 1880 e il 1885, con A. Gaudí.

Il Liberty in Italia

In Italia l'art nouveau si chiamò floreale, ma ancora più si diffuse il nome di Liberty, suggerito dall'emporio aperto a Londra nel 1875 da Arthur Liberty, il quale smerciava prodotti per l'arredamento improntati al nuovo gusto (secondo i consigli di W. Morris, fondatore del movimento ARTS & CRAFTS). I mobili e gli oggetti decorativi importati in Italia dalla ditta "Liberty" ebbero tanta fortuna da simboleggiare per gli italiani la nuova corrente stilistica. Si era già usata, e si continuò ad usare anche la parola FLOREALE, ma il termine LIBERTY piacque di più; gli italiani sapevano, certo, che Liberty voleva dire "libertà", ma non tutti sapevano che esisteva una ditta Liberty & Co.
E, sia perché un nome esotico in Italia piace sempre, sia perché il nome Liberty si addiceva al concetto di novità, di libertà espressiva che il nuovo stile portava con sé, lo accettarono, lo preferirono e gli diedero la meglio sull'appellativo di Floreale. La moda del liberty raggiunse il suo culmine con l'esposizione internazionale di Torino del 1902, dove fu caratterizzata dall'oggetto d'uso, dal mobile, dalla grafica e dalla decorazione, ma anche dall'architettura.

Parzialmente tratto da:
“Lo stile Liberty” di V. Brosio

 

Caratteristiche

L'art nouveau, nata come stile ornamentale, si è sviluppata nell'ambito del più generalizzato clima simbolista. Il periodo vitale di questo linguaggio artistico si colloca tra il 1880 e il 1910 comparendo all'improvviso, come protesta contro l'accademismo.
In nome dell'Arte per l'Arte, definizione che gli deriva dal Simbolismo e dall'Estetismo letterario, tenderà a investire tutta la vita e a trasformarla secondo i canoni di un ideale che considera l'arte come esperienza totale, di carattere etico, culturale, capace, come tale, di trascendere la vita stessa e tesa a sublimarla. Questo stile, rappresentò un vero e proprio fenomeno di moda presso la borghesia industriale.

Allo storicismo eclettico e all'imitazione stilistica, che caratterizzavano anche i prodotti dell’industria ottocentesca, contrappose nuovi caratteri ed elementi figurativi:

  • l’ispirazione tratta direttamente dalla NATURA con temi fitomorfi e zoomorfi: ninfea, giglio, rosa, petali, foglie, tutto il carattere metamorfico, animali e insetti (p.e.: scoiattolo, pavone, mosca, farfalla, serpente, aragosta, etc.), creando spesso dei nuovi organismi come per gareggiare con la natura stessa.
  • da ciò deriva l'accentuato LINEARISMO (linea sdoppiata, curva, ondeggiante, avvolgente, a spirale, serpentinata dal tratto netto).
  • l'ORIENTALISMO (elementi iconografici soprattutto giapponesi).
  • Lo stile ASIMMETRICO.
  • il GOTHIC REVIVAL; l’art nouveau "si serve" del concetto di revival non in maniera storicistica, ma in modo razionale, usandola a mo' di collage, trasformando tutto e assorbendolo, appunto, in un problema di stile.
  • la DANZA, in senso musicale, ritmico, del movimento, è una delle espressioni più ricorrenti nella iconografia dell'art nouveau. La Loie Fuller, la danzatrice dei veli, è l'ispiratrice di tanti artisti (Van de Velde, Toulouse-Lautrec, Bradley, Larche, Rodin e molti altri). E l'inizio dell'emancipazione femminile, in una società ancora permeata di puritanesimo.
  • la BIDIMENSIONALITA'.
  • la sperimentazione delle potenzialità espressive dei materiali: il FERRO, il CEMENTO, il VETRO.

Manifestando l'aspirazione a integrare l'arte nella società, ma rimanendo sostanzialmente legati a una concezione artigiana ed estetizzante della produzione artistica, l'alleanza arte-industria divenne una parola d'ordine, che sorreggeva l'ideale utopico di poter portare la bellezza nella vita quotidiana, alla portata di tutti.
Più che nella pittura, è nel campo dell'architettura, della decorazione d'interni e delle arti applicate che l'art nouveau ottenne i suoi risultati più innovativi. Punto di forza dell'estetica modernista era il concetto di UNITA' progettuale, che in architettura significava continuità tra interno e esterno, coerenza stilistica tra struttura, decorazione e arredo, e nelle arti applicate nuova qualità e dignità degli oggetti d'uso, in opposizione alla volgarità commerciale provocata dalla Rivoluzione Industriale. Contro lo scadimento del gusto indotto nelle arti applicate dai nuovi processi di produzione, erano già insorti in Inghilterra W. Morris e il movimento delle Arts & Crafts (Arti e Mestieri) che si prefisse soprattutto lo scopo di rivalutare l'artigianato e l'opera singola nei confronti dell'industrializzazione della produzione in serie.

I maggiori rappresentanti in Italia:

  • R. D'Aronco, E. Basile e G. Sommaruga (nell' architettura); M. Dudovich, A. Martini, D. Cambellotti e A. De Carolis (nella cartellonistica);
  • Chini (nella ceramica); A. Mazzucotelli (nel ferro battuto);
  • E. Quarti, E. Basile e G. Cometti (nei mobili).

 

La fine del Liberty

Ai primi anni del Novecento, l'avanguardia internazionale è orientata di più verso un modernismo di tipo astratto-geometrico e funzionale. Mentre matura un po’ ovunque una reazione impaziente all'art nouveau, che va intesa meglio come reazione all'indirizzo "Jugendstil”, e gli ambienti meno preparati ripiegano su recuperi accademici, le forze più intelligenti e capaci dell’area modernista portano avanti una semplificazione e progressiva schematizzazione delle idee formali; non negando, cioè, il cammino compiuto dall'art nouveau, ma incanalandolo in direzioni diverse da quelle dell'ultimo decennio dell'Ottocento.
Il grosso pubblico aveva appena fatto in tempo a meravigliarsi e scandalizzarsi per l'audacia del nuovo stile, che già si sentiva autorizzato a beffarlo come roba vecchia. L'art nouveau sopravvisse stancamente l'ultimo periodo, fino alle soglie della prima guerra mondiale.

Parzialmente tratto da: "Il mobile liberty" di R. Bossaglia
Ist. Geogr.de Agostini, Novara
1971
"Enciclopedia dell'Arte" Ist. Geogr.de Agostini, Novara
1995